Un concerto per i Quarant’anni del Gruppo Vocale Kantor
In occasione del concerto di chiusura de "I Concerti del Quarantennale” il Gruppo Vocale Kantor ha eseguito alcuni dei brani estratti dal repertorio del coro (composto da più di trecento brani), che spazia dal gregoriano alla polifonia, dalla musica antica a quella moderna.La particolarità di questa esibizione è stata che i brani sono stati diretti dai maestri che si sono succeduti nel tempo e che hanno contribuito al cammino musicale del coro. Il concerto è stato un viaggio nel tempo, un racconto dei quaranta anni di attività iniziati il 22 dicembre 1976 con un concerto natalizio al quale hanno partecipato alcuni musicisti residenti nel quartiere, maestri e professori di orchestra appartenenti all'Accademia di Santa Cecilia di Roma e al Teatro dell’Opera di Roma, i quali con la loro professionalità hanno contribuito all'iniziativa.
Sergio, uno dei coristi del Kantor presente in quella prima esibizione, ha ricordato l’allora viceparroco della chiesa di Vitinia Don Gino Retrosi, appassionato di musica e sempre a contatto con i ragazzi, il quale decise di creare un coro con l’aiuto di alcuni giovani iscritti al Conservatorio e dei ragazzi impegnati in varie attività presso la parrocchia del “Sacro Cuore di Gesù Agonizzante". Nel corso del suo intervento sono scattati una serie di applausi dal folto pubblico presente, a dimostrazione dell’affetto verso una persona come Don Gino che ha fatto molto per i giovani del quartiere.
Il primo a dirigere il coro Kantor è stato Claudio Esposito, che agli esordi del coro ha partecipato attivamente alla preparazione dei brani con i coristi e che con Don Gino condivideva la direzione del coro. Con il brano Ave Verum di Mozart accompagnato all’organo da Enzo Luzzi si è aperta la serata di musica che per due ore ha visto il pubblico presente ascoltare con grande attenzione e interesse tutti i brani proposti.
Una nota di colore è stata quella della presentazione delle varie divise adottate nel tempo dal gruppo, che ha visto come “modelli per una sera” due figli dei coristi del Kantor, Teresa e Lorenzo. Ad ogni sfilata hanno ricevuto un grosso applauso, contribuendo a rendere la serata interessante e piacevole.
Grande emozione quando a dirigere l’Ave Maria di Arcadelt è stato invitato Giovanni di Bartolomeo, uno dei più promettenti coristi del Gruppo Vocale Kantor di allora, basso solista del coro. Al tempo frequentava già il Conservatorio, diplomandosi successivamente in contrabasso. Cominciò la sua esperienza di direttore con il “coretto della domenica” diventato poi negli anni il “Coro Junior”, proprio come l’attuale direttore Daniele Cacciani.
È stata poi la volta di Julian Lombana Marino giunto per l’occasione dalla città di Trento dove lavora come docente presso il Conservatorio. Con l’esecuzione di Hanachpachap nella chiesa si è creata un’atmosfera particolare che ha portato gli intervenuti a respirare l’aria delle zone andine del Sudamerica, raccolti in una preghiera in lingua Quechua.
La serata è proseguita con un ringraziamento a Gabriella Pantalei, giunta appositamente per l’evento dall’Emilia-Romagna, che per lungo tempo si è dedicata con impegno all’organizzazione del coro.
Successivamente l’attuale direttore del coro Daniele Cacciani ha ricordato il suo primo incontro con la musica corale presso la scuola media proprio grazie a Guglielmo De Santis, che in quel periodo aveva organizzato il “coro della Tacito”. A lui ha lasciato la direzione dei tre brani Ave stella del mar composta proprio dal De Santis, Hush uno spiritual che ha visto l’intervento di Stefania come soprano solista e Poster, il brano di Claudio Baglioni. Quest’ultimo brano è stato accompagnato da Enzo Luzzi alle tastiere e da Riccardo Frassi al pianoforte con l’intervento dei quattro i solisti che hanno reso il brano particolare: Stefania, Patrizia, Giancarlo e Massimo.
Arrangiati e diretti da Angelo Bruzzese, sono stati eseguiti tre brani del quartetto Cetra: Un Bacio a mezzanotte, Però mi vuole bene dove Stefania viene fatta cadere dalla Torre Eiffel e Un disco dei Platters dove Mario ha giocato con la voce imitando i cantanti dell’epoca.
La serata è proseguita tra storia e canti, vecchie divise e applausi da parte di un pubblico che quasi non si è accorto del passare del tempo, aspettando con interesse il capitolo successivo.
Con Antonio Rendina, direttore del coro nei primi quattro anni del 2000, sono stati eseguiti in ordine: Ave Maria di Valentino Miserachs, accompagnato da Annarita Santagada, A hymn to the Virgin, con l’intervento di un gruppo ristretto di coristi che rispondevano in latino al canto in inglese del coro e I'm gonna sing, uno spiritual nel quale il solista Massimo ha chiamato il coro a seguirlo con il canto in preghiera.
L’attuale direttore del Gruppo Vocale Kantor Daniele Cacciani viene accolto con un grosso applauso dal pubblico e dai quaranta coristi che sotto la sua direzione hanno eseguito Ave Maria di Fabrizio Barchi, direttore del Musicanova e presente in sala, Fumo brano il cui testo è stato scritto dal corista Fernando e messo in musica da Daniele e O vad gladje un brano svedese che ha visto il coro disporsi in una formazione spazializzata, come in un abbraccio verso il pubblico presente.
Ma il momento più bello ed emozionante della serata è stato quello in cui il direttore ha invitato gli ex coristi del Kantor per l’esecuzione dell’Halleluja di Haendel. La ricerca di questi amici ha richiesto un impegno notevole da parte del coro, in particolare di Fabiana, che ha cercato di raggiungere tutti coloro che hanno cantato nel gruppo quasi come un detective.
L’invito a partecipare è stato accolto da tutti con grande gioia: non poche sono state le lacrime che hanno accompagnato le prove fatte per prepararsi al meglio all’evento. Giunti anche da varie regioni d’Italia, accompagnati da Annarita Santagada, più di 100 coristi hanno cantato con fierezza guidati da un direttore che oltre al sorriso ha mostrato lacrime di gioia e commozione.
Per un coro amatoriale quarant’anni di attività rappresentano un traguardo importante ed è la testimonianza che da una iniziativa come quella fatta nel 1976 da Don Gino e da quei ragazzi può nascere qualcosa di importante. Per chi ha partecipato al Gruppo Vocale Kantor, l’esperienza nel coro rappresenta un pezzo di storia della propria vita: c’è chi l’associa alla propria gioventù, chi nel coro ha trovato la propria anima gemella, chi ha trovato amicizia, chi il venerdì sera coltiva il proprio hobby, divertendosi con gli altri ma impegnandosi sempre per raggiungere un risultato finale comune.